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Misurare la performance innovativa nell’Industria 4.0

Il progetto europeo, diretto dal professor Carlo Odoardi, mette a punto un sistema per misurare il potenziale e la performance d’innovazione organizzativa e tecnologica per Industria 4.0

Il progetto europeo diretto da Carlo Odoardi, del Dipartimento di Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, e che è anche consulente di Confindustria Umbria, ha partecipato all’edizione 2020 del Festival della Scienza ESOF di Trieste per presentare il sistema di misurazione sul potenziale e la performance d’innovazione organizzativa e tecnologica integrata per favorire comportamenti professionali richiesti per operare nel contesto della quarta rivoluzione industriale.

Al centro delle trasformazioni organizzative e del lavoro legate all’Industria 4.0 rimangono le persone. Ed è sulla misurazione dei comportamenti professionali innovativi e la valorizzazione del fattore umano che si è concentrato il progetto europeo ORBETEC (ORganisational BEhaviour TEChnologies), coordinato da Carlo Odoardi, del Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia.

Il progetto, finanziato nell’ambito del programma Marie Curie nel 2018, ha avuto l’input dalla Commissione europea di realizzare un sistema di misurazione dei processi di innovazione organizzativa e tecnologica integrata ed è stato scelto per questo dal comitato internazionale del più importante evento sulla ricerca scientifica, l’Euroscience Open Forum (ESOF), per partecipare all’edizione 2020 della manifestazione che si è svolta dal 2 al 5 settembre a Trieste (Città della Scienza 2020).

“Dopo anni di ricerca da parte del nostro team nel campo della Psicologia dell’innovazione, iniziata nel 1997 con diverse pubblicazioni su riviste internazionali, il lavoro svolto nell’ambito del progetto ORBETEC – spiega Odoardi – ha permesso di delineare un sistema di misurazione e di valorizzazione dei comportamenti professionali di natura innovativa a livello individuale, di team e manageriale, che mette in luce gli ‘antecedenti’, cioè i comportamenti professionali da valorizzare per l’innovazione nelle organizzazioni, e gli ‘inibitori’, ovvero le resistenze che le persone mettono in atto per ostacolare i processi d’innovazione”.

Al progetto hanno partecipato le unità di ricerca dell’Università di Bordeaux e dell’Università di Montreal, rispettivamente guidate da Adalgisa Battistelli e da Jean-Sébastien Boudrias, sotto il coordinamento scientifico di Odoardi e con il coinvolgimento di ricercatori e dottorandi, questi ultimi presenti a ESOF per illustrare alcune delle risultanze del lavoro svolto dal team internazionale.

“I risultati della ricerca– commenta Odoardi – hanno permesso di delineare un modello organizzativo e gestionale con specifici modelli manageriali e di leadership per la gestione e valorizzazione del patrimonio umano in un contesto di innovazione, di evidenziare l’influenza dei processi di apprendimento sui sistemi d’innovazione organizzativa e tecnologica e di definire un modello di misurazione per analizzare gli aspetti psicosociali, presenti o da potenziare, legati al ruolo delle persone nel produrre innovazione nei contesti organizzativi. Il nostro modello – conclude Odoardi – è stato messo in pratica in una realtà aziendale multinazionale del settore aerospaziale con sedi in Italia, Germania e America”.

ALLEGATI

Nessun allegato presente.

AUTORE: Maria Luisa Grassi
DATA: 07 SET 2020
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