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Alleva la speranza: campagna di crowdfunding di Enel e Legambiente per sostenere le imprese colpite dal terremoto

Tra il 24 agosto e il 30 ottobre del 2016 il cuore dell’Italia centrale, da Amatrice a Norcia, da Visso alla provincia di Teramo, si ferma: una serie di fortissime scosse di terremoto causa 303 vittime e distrugge migliaia di case ed edifici storici, cancellando interi paesi. Ad essere colpita è un’area estesa oltre 8.000 […]

Tra il 24 agosto e il 30 ottobre del 2016 il cuore dell’Italia centrale, da Amatrice a Norcia, da Visso alla provincia di Teramo, si ferma: una serie di fortissime scosse di terremoto causa 303 vittime e distrugge migliaia di case ed edifici storici, cancellando interi paesi. Ad essere colpita è un’area estesa oltre 8.000 km quadrati, dove vivono 600.000 persone, che nell’inverno successivo devono affrontare ulteriori calamità naturali, soprattutto in Abruzzo. C’è chi ha perso la casa e chi, dopo una vita di sacrifici, la propria impresa. Spesso entrambi, come capita soprattutto a tante allevatrici e allevatori che tengono letteralmente in vita, con la loro presenza, intere comunità, altrimenti destinate a scomparire.

Legambiente ed Enel hanno deciso di sostenere insieme queste imprese con una straordinaria campagna di raccolta fondi, Alleva la speranza, da condividere con quante più persone possibile. Alle donazioni che arriveranno attraverso la piattaforma PlanBee, infatti, si aggiungeranno, in misura diversa, quelle di Enel e di Legambiente, per ricostruire insieme il futuro dell’Italia centrale.

Troverai la campagna di crowdfunding Alleva la speranza sulla piattaforma di PlanBee.
Scopri tutti i progetti per la rinascita dell’Italia centrale e scegli quale sostenere:
planbee.bz/it/profile/alleva-la-speranza

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LE STORIE

Alessia Brandimarte – Allevatrice – Norcia

Alessia Brandimarte ha 34 anni, due figli di 6 e 2 anni e un’azienda a conduzione familiare a Norcia.

“Con i fondi di Alleva la speranza compreremo una mungitrice mobile per la nostra azienda: un allevamento di 400 ovini, un caseificio e 100 ettari di terra in cui coltiviamo la lenticchia di Castelluccio di Norcia. Ci lavorano con me, mio padre, mia madre e mia sorella Simona. Il 30 ottobre in soli 30 secondi 1.000 metri quadrati di struttura che comprendeva un fienile, un caseificio e una stalla sono caduti giù, crollati definitivamente.

La prima soluzione che ci hanno proposto è stata di portarci da un’altra parte sul lago Trasimeno. Ma se è abbastanza facile spostare una famiglia, è più difficile trasferire un’intera impresa: con scorte di fieno, la semina da fare, gli animali. La difficoltà più grande è legata alla terra; i nostri terreni sono qui ed è difficile trovarli e impossibile acquistarli da un’altra parte. L’altro ostacolo è il legame emotivo con questo territorio: l’azienda Brandimarte è nata con il mio bisnonno. Siamo originari di qui, i nostri nonni, i nostri bisnonni sono di qui, è questa la nostra terra.

Quindi abbiamo comprato una stalla a tunnel, una tensostruttura con copertura in telo, con la promessa di essere rimborsati ma la burocrazia in questo post-terremoto ci ha reso la vita impossibile. Ad oggi le pecore sono ancora lì, dove però soffrono per il caldo estivo e per la neve d’inverno.

La ricostruzione di Norcia sembrava sempre più lontana; noi a piccoli passi abbiamo iniziato la nostra. L’azienda di famiglia, mattone dopo mattone, doveva rinascere. Abbiamo costruito una nuova struttura – dentro il caseificio, il punto vendita, un laboratorio e il magazzino – realizzata con fondi privati ma non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto di 4 imprenditori del Varesino che sono venuti qui.

Inoltre, abbiamo dovuto reinventare il nostro lavoro: attivare la vendita diretta, che non avevamo mai fatto, e avviare il circuito delle fiere in giro per l’Italia. Ci siamo inventati nuovi prodotti: le ricotte salate con diversi sapori, i ceci. Per la prima volta abbiamo iniziato a occuparci di insacchettare tutti i legumi come il farro o la cicerchia che prima vendevamo subito dopo la trebbiatura. Il nostro carico di lavoro familiare si è moltiplicato.

In queste zone ci sentiamo ancora in emergenza, non è partita ancora la ricostruzione. Ma noi vogliamo passare da una situazione di disperazione al rilancio della nostra attività, migliorando anche la situazione in cui eravamo. Per migliorare il nostro lavoro abbiamo bisogno di una mungitrice mobile e potremo acquistarla solo grazie al vostro aiuto”.

SOSTIENI ALESSIA BRANDIMARTE

 

AUTORE: Maria Luisa Grassi
DATA: 18 FEB 2019
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